Le sorelle Giussani, il collezionismo ed i collezionisti

 

Il fenomeno del collezionismo

 

Le sorelle Giussani hanno sempre rappresentato un caso isolato nel panorama del fumetto italiano. Anzitutto, “isolato” perchè anomalo: due donne che dopo aver fondato la loro casa editrice personale la utilizzano per pubblicare un unico fumetto, realizzato da loro stesse, una sorta di autoproduzione; inoltre, “isolato” perchè le autrici debuttano nel mondo fumettistico praticamente senza avere esperienze né conoscenze nel settore e se ne mantengono sempre ai margini; infine, “isolato” perchè le signore, sempre molto schive, tendono ad evitare le manifestazioni legate ai comics e, pur avendo sempre un enorme rispetto per i lettori, nello stesso tempo nutrono una certa diffidenza nei confronti dei collezionisti e della loro invadenza.

 

A volte non è facile capire quando certe cose abbiano avuto inizio. Sappiamo che la serie di Diabolik nasce nel novembre del 1962 e che il successo commerciale del fumetto inizia appena l'anno seguente. Ma se ci domandiamo quando il personaggio si trasformi in un vero e proprio fenomeno di culto per i suoi molti collezionisti, diventa arduo fissare nel tempo quel momento. Io stesso non saprei dire con esattezza quando sono diventato un collezionista del Re del Terrore. Ho iniziato dapprima a raccogliere tutti gli albi, non con l'idea precisa di collezionarli ma piuttosto col desiderio di rileggere quei fumetti un tempo posseduti, non solo appassionandomi alla rilettura e alle sensazioni del bel tempo che fu, ma trovando un nuovo interesse verso un mondo tutto speciale, fatto di manie e regole ben precise. Via via che le annate si susseguivano, aumentavano le mie esigenze e non mi accontentavo di completare la collezione con il pezzo mancante: semmai, cercavo di migliorarla e renderla sempre più unica e perfetta.

Inoltre Diabolik non è soltanto un “personaggio a fumetti”. Per i suoi fan, questo nome vuol dire anche una serie infinita di gadget da ricercare e collezionare. Il primo distributore di omaggi fu proprio lo stesso Diabolik: in quarant’anni di vita editoriale gli albi sono spesso stati accompagnati da una serie di regali che hanno fatto la felicità dei lettori. Nel primo periodo di vita editoriale i gadget venivano dispensati molto raramente, in occasione di ricorrenze o eventi importanti. Poi, nei primi anni ’70, Diabolik raggiunse il momento del suo massimo successo e fu proprio in questi anni che nacquero svariate iniziative a lui legate. Successivamente, dalla seconda metà degli anni Settanta alla prima metà dei Novanta, è il buio. Diabolik, pur non riuscendo a mantenere le vendite degli anni Settanta, vendeva bene e in fondo per le sorelle Giussani questa era la cosa importante. Tutti gli sforzi di Angela e Luciana si concentravano esclusivamente sulla produzione della serie a fumetti e sul mantenimento di una qualità di storie e disegni sempre alta, senza pensare a pubblicizzare il prodotto, né ad alimentare l'interesse dei fan mantenendo un contatto diretto con loro attraverso le fiere.

È probabilmente anche per questo che bastano poche iniziative dedicate al Re del Terrore, iniziate nel 1992 (anno che vede anche i festeggiamenti per il trentennale) sotto la nuova direzione di Patricia Martinelli, per riaccendere negli appassionati un entusiasmo da anni soffocato dalla mancanza di iniziative. Eppure la vera esplosione del personaggio deve ancora arrivare. Tre eventi, quasi contemporanei fra loro, fanno sì che la curiosità attorno all’eroe delle sorelle Giussani cresca a dismisura.

Il primo evento è la nascita del Diabolik Club, avvenuta nel settembre 1996. Il Club fa riunire e conoscere fra loro molti vecchi appassionati, dando vita a un mercato di scambio di materiale di ogni genere a prezzi accessibili. Prima della sua nascita, il collezionismo era in mano esclusiva di pochi commercianti specializzati; pertanto, trovare del materiale “da collezione” era difficile se non impossibile per chi non poteva frequentare le mostre-mercato. Inoltre i prezzi avevano raggiunto cifre tali da scoraggiare l’avvicinamento di nuovi collezionisti. Con la nascita del Diabolik Club e il conseguente ridimensionamento dei prezzi, il mondo del collezionismo di Diabolik si apre a nuovi potenziali interessati; inclusi, grazie a un efficiente servizio di vendita per corrispondenza, quelli per varie ragioni impossibilitati a spostarsi da casa.

Il secondo evento importante è l’accordo fra l’Astorina e la Saban Entertainment per la realizzazione di una serie animata dedicata a Diabolik, andata in onda per la prima volta nel 1999. Le storie dovettero adattarsi a un target giovanile, da una parte snaturando il personaggio ma dall’altra rivitalizzandolo. Diabolik non aveva mai avuto il ricambio generazionale di cui ogni fumetto ha bisogno: i cartoni animati gli portarono la “rinfrescata” necessaria per arrivare ai giovani. Una rilevante percentuale di nuovi lettori si è avvicinata al fumetto dopo aver visto la serie animata.

Il terzo evento (e più importante), l’offerta da Luciana Giussani a Mario Gomboli di dirigere la casa editrice al suo posto, quando la signora iniziava ad avvertire la stanchezza, dovuta anche alla grave malattia che aveva contratto. Gomboli si rese conto di avere in mano un personaggio conosciuto e affermato ma ancora tutto da sfruttare e riuscì a richiamare attorno a Diabolik un’attenzione che, in poco tempo, crebbe esponenzialmente.

Il personaggio è arrivato così ad essere protagonista di campagne pubblicitarie, sceneggiati radiofonici, mostre itineranti, esposizioni nei centri commerciali, senza contare il Diabolik Fest, vera e propria convention incentrata sull’eroe nero. Una serie di avvenimenti che ha generato un ritorno di immagine almeno quattro volte superiore a quello di un decennio fa. E naturalmente, con una rivitalizzazione del personaggio di questa portata, anche il mercato legato al merchandising ha avuto un’impennata. Anche per i collezionisti più incalliti è ora quasi impossibile tenere d’occhio tutto il materiale prodotto.

 

Il materiale più interessante dal punto di vista del collezionismo “diaboliko” resta però quello realizzato nei primi quindici anni circa di vita del personaggio: oggetti prodotti forse in modo meno professionale di quelli più recenti, ma dietro ai quali c’erano le sorelle Giussani stesse, senza intermediari o deleghe.

Come dicevamo, il primo distributore di gadget per i collezionisti fu lo stesso Diabolik: ad alcuni albi furono allegati alcuni omaggi, il primo dei quali costituito dagli autoadesivi distribuiti con il numero 26 della II serie (in occasione del cinquantesimo albo). Anche in occasione della pubblicazione del centesimo albo (anno VI, numero 24) furono regalati nuovi adesivi.

Con l’albo numero 4 dell’anno VII venne offerta in omaggio una cartolina del film Diabolik, contemporaneamente proiettato nelle sale italiane; con gli albi 9-10-11 e 12 dell’anno VIII toccò ad un mazzo di carte da poker in formato mignon (dove i due Jolly rappresentavano Ginko e Diabolik) e relativo raccoglitore. Successivamente, al duecentesimo albo (anno X, numero 20) venne allegato un manifesto, mentre agli albi numero 1 dell’anno XII, e numero 2 dell’anno XIII, furono allegati due calendarietti autoadesivi. Il numero 14 dell’anno IX offrì ai lettori un portachiavi in metallo, il 17 dell’anno X un pupazzetto piatto adesivo, il 17 dell’anno XI una medaglietta in metallo: tutti oggetti ora molto rari e ricercati.

Nel 1971 nacque il “Club di Diabolik”, che ebbe però vita relativamente breve e chiuse la propria attività nel 1975. Più che di un vero Club si trattava di una ditta dedita alla vendita per corrispondenza, gestita da un amico di famiglia delle sorelle Giussani. Con il primo acquisto si riceveva anche la tessera di socio, oggetto simbolo del club, oggi ricercatissimo.

Il successo editoriale dell’eroe nero suscita ben presto anche l’interesse del mondo cinematografico, tanto che nel 1967 viene prodotto il film Diabolik. Il film costituisce un elemento di grande interesse per i collezionisti, attratti da manifesti, locandine, cartoline e foto di scena (particolarmente ricercato il disco della colonna sonora Deep Down). Ma rari e ambiti sono anche i poster e le locandine promozionali del fumetto nei primi anni di vita editoriale, e infine alcuni oggetti molto particolari, come le statuette Sperlari, il gioco da tavolo della Diale, i “Calcarelli” (confezione di calcomanie dedicate a Diabolik) e l’album di figurine della casa editrice Super Raf, che oltre alla riproduzione delle prime cento copertine della serie conteneva anche un episodio inedito dal titolo “Rapina Colossale”. Segno che qualsiasi gadget o esemplare di oggettistica andava sempre e comunque ricondotto, per le sorelle Giussani, al personaggio a fumetti.

Tant’è vero che nel febbraio del 1965 le due signore, forse preoccupate per l’invasione dei fumetti neri usciti sulla scia di Diabolik e timorose di perdere lettori, decisero di stampare un albetto di sole quattro pagine (più copertina) per pubblicizzare il loro personaggio; l’albetto fu distribuito a mano dalle stesse Angela e Luciana Giussani presso la stazione di Milano, e si tratta naturalmente di uno degli albi più rari e ricercati dai collezionisti.

 

L’enorme interesse per i gadget di Diabolik ha portato a una vasta e varia produzione di falsi non autorizzati, destinati a ingannare gli appassionati. Anche per questo la politica della Casa Editrice Astorina è sempre stata quella di scoraggiare forme maniacali di collezionismo, molto dispendiose e facilmente soggette a imbrogli di vario genere. Un ulteriore esempio della discrezione e del buon senso “ereditato” dalle creatrici di Diabolik, che cortesemente respingevano gli eccessi di ogni genere.